Può capitare di sentirci diversi, sbagliati, esclusi. Per riflettere su questo importante tema voglio partire da un bellissimo cortometraggio che ci mostra come nessuno è normale.
Il cortometraggio di Catherine Prowse
Nobody is normal , nessuno è normale, è il titolo del cortometraggio che vi invito a guardare.
É stati realizzato da Catherine Prowse, regista, che per poco più di un minuto, da vita, fotogramma dopo fotogramma, a dei personaggi di pezza. Il cortometraggio è stato realizzato per una campagna di Childline, un’associazione di beneficenza per i bambini del Regno Unito, che offre supporto tramite una linea di ascolto su qualsiasi problema.
Nel video, si vede un ragazzino che ogni giorno indossa una maschera, per sentirsi uguale ai compagni.
Le sue emozioni, nonostante non vi siano parole, sono evidentemente contrastanti. Il suo disagio nel sentirsi diverso dagli altri e la sua necessità di essere accettato sono lampanti. Questo sia grazie alle immagini che alla musica in sottofondo. La canzone proposta è Creep dei Radiohead, che negli anni novanta è stata il simbolo per tutti quei ragazzi che si sentivano sfigati, fuori posto rispetto a tutti i cambiamenti in atto nella società. I versi della canzone, che ci dicono vorrei essere speciale ma sono strano, si adattano perfettamente al contenuto delle immagini. Il ragazzo protagonista indossa la maschera per essere speciale come gli altri. Il finale ci mostra come, in realtà, una volta perso il suo travestimento, il ragazzo comprende che nessuno è normale.
Il significato di normalità
Il video ci mostra chiaramente l’ansia che si sente quando si pensa di essere esclusi e soli, quando non riusciamo ad accettare noi stessi, il nostro modo di essere unici, che ci rende diversi dagli altri.
Il proposito di chi lo ha realizzato è quello di far riflettere ragazzi e genitori sulle difficoltà che sentono per cercare supporto e parlare apertamente dei problemi che stanno passando.
La riflessione, più generale, per me, è che spesso succede di non riuscire ad accettarci, di vedere noi stessi diversi dagli altri e vivere in un costante paragone con loro.
Questo confronto che facciamo con gli altri, non fa altro che aumentare il senso di diversità che percepiamo, aumentando il nostro disagio e portandoci a nasconderci sempre di più. Questo può portarci a cercare di mostrarci perfetti, a voler nascondere la nostra vera natura per far vedere solo ciò che crediamo gli altri potrebbero volere.
Sono tutte trappole emotive che ci portano a mascherare la nostra vera natura, come il protagonista del cortometraggio, che non fanno altro che aumentare il nostro malessere, facendoci sentire sbagliati.
Il giudizio degli altri spaventa, fa paura, ma soprattutto fa paura il giudizio che noi diamo a noi stessi.
L’invito dopo aver visto il cortometraggio è quello di riflettere su quanto siamo unici, nella nostra diversità. Siamo perfetti nella nostra imperfezione quando riusciamo ad accettarla, ad apprezzarla e quindi a mostrarla agli altri.
Se ci togliamo la maschera, saremo meno soli.
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