Cos’è la fame emotiva?

da | Ott 20, 2021 | Alimentazione

Ti sarà sicuramente capitato di sentire parlare di fame nervosa, se ne parla in varie sedi, cercando spesso di combatterla. Ma, forse è più utile cercare di comprenderla per riuscire in effetti a vedere se e quando è davvero un problema e come gestirla, piuttosto che eliminarla. Cerchiamo quindi di capire prima di tutto che cos’è la fame emotiva.

Quali meccanismi regolano la fame

La fame è un segnale fondamentale che ci porta a mangiare per preservare la nostra sopravvivenza. A volte però ci capita di mangiare anche se non abbiamo fame. Prima di spiegare che cos’è la fame emotiva proviamo a capire quali meccanismi regolano la fame, in modo da distinguere al meglio i vari motivi che ci portano a mangiare anche senza avere fame.

La fame, essendo un comportamento così importante è un complesso sistema che trasforma gli stimoli che provengono dai cinque sensi in fame per massimizzare la probabilità di sopravvivenza assicurandoci di mangiare.

I nostri sensi funzionano come degli interruttori che accendono il desiderio di mangiare, anche se non abbiamo fame, ossia anche in quei momenti in cui non sarebbe necessario recuperare le energie.

Ad esempio vi è mai capitato di passeggiare e sentire un buonissimo odore di cibo? Un buon odore di brioches appena sfornate provenire dalla panetteria. Quell’odore ci fa venire voglia di mangiare, ci viene l’acquolina in bocca. Questo sistema ci serve per assicurarci la sopravvivenza, perchè i nostri sensi attirano l’attenzione sul cibo per individuarlo e mangiare quando ci serve.

Il problema nasce se abbiamo un’eccessiva quantità di stimoli. Ad oggi questo sistema non ci è più necessario, in quanto il cibo è sempre per noi disponibile, ma il nostro sistema nervoso viene sovraccaricato di stimoli, che ci portano a desiderare di mangiare anche se non abbiamo fame.

Oltre al fatto che i nostri sensi ci segnalano la presenza di cibo ci capita di mangiare senza fame anche per alcune abitudini apprese.

Se associamo il mangiare a una determinata situazione diverse volte, questa è una forma di apprendimento. Quello che capita è, quindi, di associare il mangiare con un’esperienza, non col senso di fame. Ad esempio a Natale, quando facciamo dei lunghissimi pranzi, con quintali di cibo a disposizione, mangiamo perché è una convenzione non per fame. Se alla sera dopo cena mi abituo a mettermi sul divano e sgranocchiare qualcosa mentre guardo la tv o mangiare un dolcetto mentre leggo, questa abitudine mi porta a mangiare anche senza fame. Ho infatti associato il cibo non alla fame ma a un’esperienza piacevole ripetuta diverse volte.

Un ultimo motivo per cui mangiamo senza avere fame è la cosiddetta fame emotiva o fame nervosa.

Che cos’è la fame emotiva?

Si preferisce utilizzare il termine fame emotiva, piuttosto che fame nervosa per quanto indichino lo stesso concetto.

La fame emotiva indica un comportamento alimentare ossia la tendenza a utilizzare il cibo per gestire le emozioni e gli eventi stressanti.

In questi momenti non abbiamo realmente fame, per questo la fame emotiva non è un tipo di fame ma un comportamento alimentare. In quei momenti abbiamo delle emozioni negative, che cerchiamo di gestire mangiando.

Per questo motivo si parla di fame emotiva piuttosto che nervosa. Infatti, questo tipo di fame va a nutrire più che il corpo, i nostri bisogni emotivi.

Le nostre emozioni, qualunque esse siano, noia, paura, ansia, rabbia, tristezza, entusiasmo o gioia cercano attenzioni. In quei momenti avremmo bisogno di ascoltarle, viverle e nutrirle e decidiamo di dargli attenzioni nutrendole col cibo.

Come riconoscere la fame emotiva

Ora che abbiamo capito che cos’è la fame emotiva vediamo come riuscire a distinguerla da quella fisica.

La fame fisica:

  • aumenta gradualmente ed è legata ad un calo di energia
  • è legata a sintomi fisici come il mal di testa, la stanchezza, il mal di stomaco
  • è legata a segnali psicologici come nervosismo o irritazione
  • i sintomi fisici e psicologici si placano mangiando
  • arriva quando è passato del tempo dall’ultimo pasto

La fame emotiva:

  • di solito è legata al desiderio di un determinato alimento
  • solitamente non è accompagnata da segnali fisici
  • non sempre viene soddisfatta mangiando, a volte è un desiderio di cibo difficile da soddisfare
  • solitamente non è passato molto tempo dall’ultimo pasto
  • si presenta con comportamenti di ricerca ossia guardare il frigorifero o vagare per la dispensa o la cucina cercando qualcosa che ci soddisfi
  • può essere preceduta dall’immaginazione del cibo desiderato
  • può avvenire in modo inconsapevole, ad esempio davanti alla tv o al pc
  • è accompagnata da sensi di colpa per aver mangiato troppo, o cose non necessarie

La distinzione tra i due tipi di fame non è così netta. La semplificazione è dovuta a un bisogno di chiarezza ma prima di etichettare la fame come fame emotiva è necessario essere sicuri di soddisfare in modo adeguato il bisogno di cibo.

Se stai seguendo una dieta ipocalorica o se stai cercando di limitare il numero dei pasti potresti avere fame. Se questo bisogno non viene soddisfatto il corpo chiederà in maniera sempre più pressante il cibo e i segnali che invia potrebbero divenire simili a quelli della fame emotiva. Quindi è importante sempre considerare anche il cosa si è mangiato, quando e in quale quantità.

Quando la fame emotiva diventa un problema

Ora abbiamo compreso che cos’è la fame emotiva, come si presenta e come si distingue da quella fisica. Ma è veramente sempre un problema?

La fame emotiva di per sé non è un problema.

A tutti noi capita nella vita di sperimentare la fame emotiva, è normale e a volte è anche piacevole ed utile. Se ad esempio decido di mangiare il mio cibo preferito per festeggiare il mio nuovo lavoro, questa è fame emotiva, sono felice e lo festeggio con un cibo che mi piace. Quando mi sento triste e mangio un gelato per una sera, questa fame emotiva non è un problema.

La fame emotiva diventa un problema se la utilizzo in maniera sistematica per soddisfare i miei bisogni emotivi.

Se ogni volta che le mie emozioni sono spiacevoli, ho la tendenza a mangiare per non sentirle allora potrei avere un problema di fame emotiva. Infatti se il comportamento è sporadico e consapevole non vi è nulla di male.

La differenza la fa quindi la frequenza con cui senti di mettere in atto questo tipo di comportamento.

Oltre alla frequenza la differenza dipende dalla consapevolezza con cui lo fai. Se so che per una sera sono giù di morale e mi coccolo col cibo, sono consapevole di questo meccanismo. Se invece ho in qualche modo imparato che le emozioni negative non vadano vissute e mostrate o non ho imparato come gestirle allora potrei mettere in atto questa strategia per non sentire le emozioni. Questa autoconsolazione non è completamente consapevole. O meglio potrei accorgermi di mangiare senza fame ma perché non sto bene, ma non sono consapevole dei miei reali bisogni. Mangio perché non so come fare per stare meno male. Mangio perché non so di cosa ho realmente bisogno e questo mi serve per distaccarmi dalle emozioni.

Se ti capita questo allora la fame emotiva potrebbe essere un problema.

Forse te ne puoi essere reso conto perché sei aumentato di peso. L’aumento di peso, però è solo la punta dell’iceberg, non è il problema.

Per risolvere il problema infatti bisogna spostare il focus sull’ascolto delle proprie emozioni e sullo sviluppo di strategie emotive per gestirle.

Infine è necessario sviluppare un’alimentazione consapevole. Interroghiamoci sul perché mangiamo. Cerchiamo quindi di capire se abbiamo fame ed è fame fisica. Oppure se è un abitudine. O uno stimolo esterno. O se in quel momento vogliamo spegnere le nostre emozioni.

Comprendere i motivi che ci portano a mangiare è un primo passo ma smontare i meccanismi dietro alla fame emotiva. Ma smettere di metterli in atto potrebbe non essere semplice. Per questo potrebbe essere utile intraprendere un percorso per comprendere assieme quali emozioni tendi ad eliminare, come mai lo fai e quali trappole emotive ci sono alla base di questa scelta per arrivare a modificarle assieme.

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